A scuola per mare, in mezzo alla pianura

Monza – Sembra strano ma non lo è, raccontare di come si fa a realizzare un progetto di scuola per mare nel cuore della pianura padana, ma non lo è. Grazie alla lunga esperienza condivisa con I Tetragonauti, la nostra via verso il mare è stata naturale.

carro-aspm-2Sono due i capisaldi delle nostre azioni all’interno del progetto. Primo, l’utilizzo e la declinazione dei principi della pedagogia attiva per coinvolgere gli studenti e renderli protagonisti dei loro percorsi di apprendimento. Nella nostra scuola si impara facendo e si impara utilizzando metodologie didattiche alternative a quelle tradizionali.

Il secondo tema è quello del viaggio, della scoperta di se stessi e di un punto di vista diverso. La potenza del mare, per noi terrestri, è essere l’unico luogo in cui il rovesciamento del quotidiano è completo. Lo sguardo abbraccia a 360 gradi ciò che prima era invisibile, spesso non solo agli occhi, perchè rende inevitabile il confronto con quanto si lascia a terra.

Unire questi due elementi è stata la sfida del progetto. Poter dare continuità all’esperienza forte della navigazione, amalgamarla in un programma che deve mantenere un obiettivo almeno di ri-motivazione scolastica, non è solo una necessità ma costituisce un paradigma educativo, a nostro modo di vedere irrinunciabile.

I ragazzi che noi incontriamo sono tra i più fragili, spesso già segnati da esperienze familiari e sociali fallimentari. Il tempo che abbiamo per lavorare con loro –  poiché l’avvicinarsi della maggiore età rende di fatto difficile il proseguimento delle attività educative e fa in ogni caso variare di molto le loro esigenze personali –  è poco. Occorre quindi avere il coraggio di investire nella persona che incontriamo considerandola un sistema, occupandoci delle sue relazioni significative, contemplandole come passaggio essenziale della crescita personale.carro-aspm

All’interno del progetto A Scuola per Mare, questo investimento si è sentito forte e chiaro, amplificato dall’effetto moltiplicatore della comunità Navigante che da ogni parte d’Italia si è stretta intorno ai ragazzi, un cordone di professionalità che ci ha accompagnato costantemente. L’incontro è ricchezza, per operatori affaticati come sono quelli del mondo educativo, in alcuni momenti è l’unica possibilità. La comunità navigante ci ha reso questa sfida non meno difficile, ma certamente un po’ più lieve.

Simona Ravizza, presidente Il Carro, Impresa sociale

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La ricchezza educativa contro le devianze e l’illegalità

Catania – Era il 2020, il mondo intero si stava fermando a causa della pandemia e anche noi, come tutti, abbiamo messo un cartello alla porta della nostra associazione augurandoci di poter riaprire presto. Nel frattempo, dal sicuro delle nostre case iniziavamo un lavoro di confronto, ragionamento e condivisione sul progetto A Scuola per Mare, insieme all’associazione I Tegragonauti e alle tante altre associazioni già conosciute in UVS, con cui però non avevamo mai collaborato attivamente. Il progetto c’era, il finanziamento pure, ma sembrava tutto lontanissimo; le persone dovevano stare a distanza di sicurezza le une dalle altre, praticamente l’opposto di quello che succede in barca, dove la “contaminazione” tra chi sale a bordo è a tutti i livelli e ha una potenzialità enorme, intesa in chiave positiva.

koros-aspmPer la prima volta ci siamo trovati dentro un partenariato complesso, eterogeneo e frammentato a livello territoriale, e il lavoro per passare dalla teoria alla concretizzazione delle azioni progettuali descritte così minuziosamente nel formulario, è stato complicato, ma anche stimolante.

Mentre il mondo fuori iniziava ad avere nuove regole alle quali bisognava adattarsi e i ragazzi per cui il progetto era stato pensato iniziavano a manifestare disagi e bisogni nuovi, come Centro Koros ci siamo sentiti spesso bloccati da un contesto territoriale diverso da quello delle altre regioni, con problematiche, situazioni ed emergenze che ci impedivano di muoverci alla stessa velocità e con le stesse risorse degli altri partner: è stato complicato entrare in contatto con i soggetti istituzionali identificati come possibili invianti, la risposta alla nostra proposta da parte dei referenti è stata spesso frustrante, di chiusura e disinteresse.

Ma non ci siamo fermati, abbiamo raccontato il progetto a chiunque, abbiamo organizzato raccolte fondi per sopperire all’indisponibilità del Comune di contribuire economicamente, abbiamo girato scuole, comunità, centri di formazione, assessorati e finalmente siamo riusciti ad intercettare alcuni di queste migliaia di ragazze e ragazzi che alimentano le percentuali di statistiche allarmanti (che vedono la Sicilia al primo posto per dispersione scolastica e povertà educativa), ma che poi sembrano sparire nel nulla.

E siamo partiti, o meglio loro sono partiti, per un’esperienza nuova, un viaggio di scoperta che li facesse uscire dalla loro zona di confort e li catapultasse in altri mondi, altri linguaggi, altre storie, altre possibilità, altri legami. Lottando contemporaneamente contro la nostalgia di casa, che lasciavano per la prima volta, la distanza dagli amici, dalla famiglia e dalla propria terra, sperimentando la difficoltà nel lasciarsi andare, nel fidarsi dell’altro e sentirsi compresi.koros-aspm4

Noi da terra abbiamo supportato le famiglie, aiutandole a vedere in questo progetto un’opportunità per i loro figli di ampliare i propri orizzonti per tornare con una nuova consapevolezza e motivazione alla loro crescita personale; abbiamo passato ore e giornate a lavorare in equipe per analizzare le criticità, affrontare le situazioni, suddividerci compiti e chiarirci ruoli, condividere buone prassi, con l’obiettivo di migliorare, modulo dopo modulo, la nostra metodologia di lavoro; attraverso un convegno istituzionale abbiamo approfondito con chi di dovere (il presidente del Tribunale per i Minorenni, il Presidente della Commissione regionale Antimafia, gli Assessori alle politiche sociali e scolastiche etc.), il tema della povertà educativa in Sicilia, collegandolo al rischio di devianza minorile.

Siamo anche saliti a bordo, sia nella settimana di tutoraggio prevista dal progetto,  sia per affrontare il tema della legalità, aprendo dibattiti e coinvolgendo i ragazzi e le ragazze in esperienze concrete, lasciando che fossero loro a condividere significati anche partendo dai loro vissuti; quando la Lady Lauren, la barca del progetto, ha fatto tappa in Sicilia abbiamo fatto conoscere ai ragazzi anche le meraviglie della nostra isola, perché non rimanessero ancorati agli stereotipi che fanno vedere la Sicilia solo come terra di mafia.

Più o meno a metà del progetto abbiamo anche messo a disposizione la nostra professionalità in ambito psicologico, per offrire ai partecipanti il supporto necessario a elaborare il processo di consapevolezza e cambiamento che si innesca durante 100 giorni in mare. Il supporto psicologico non era previsto tra le attività progettuali ma, nel momento in cui abbiamo rilevato questa esigenza, come equipe ci siamo interrogati sull’effetto che potesse avere la presenza a bordo di un terapeuta per lavorare con i ragazzi, sia come gruppo sia individualmente, e ci siamo detti che valeva la pena provare a calendarizzare questa attività, piuttosto che improvvisarla. E così abbiamo fatto, rimodulando ancora una volta le azioni progettuali basandoci sui bisogni emersi in questa esperienza.

E intanto sul nostro territorio continua l’attività di sensibilizzazione e sperimentazione su Navigazione, Barca e Viaggio come strumenti di supporto nei percorsi educativi: attraverso i moduli brevi, che coinvolgono ragazze e ragazzi per un periodo limitato (3-4 giorni), abbiamo fatto sperimentare l’esperienza della navigazione a diversi equipaggi composti da ragazzi con storie diverse (dalla povertà educativa alla disabilità e ai problemi con la giustizia); nei pochi giorni passati a bordo, navigando lungo le coste siciliane, condividendo spazi ristretti, compiti a bordo e sogni sul futuro, si è creato uno spazio immaginativo  per la narrazione di nuove percezioni di sé lontane dai condizionamenti della terraferma.

In questi tre anni abbiamo potuto vedere l’effetto positivo su alcuni dei ragazzi che sono saliti a bordo della Lady Lauren, abbiamo constatato le criticità di un sistema che non funziona e ci siamo sentiti riconosciuti nelle nostre competenze. Ci piacerebbe continuare ancora a lavorare insieme, ma sappiamo che questo progetto si concluderà alla fine di quest’anno, non sappiamo ancora come potrà proseguire. Intanto rimaniamo concentrati per trovare i candidati del prossimo modulo, che mollerà gli ormeggi in primavera.

Francesca Andreozzi, presidente Centro Koros aps

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Un’opportunità per gli adolescenti di Ischia e Procida

Ischia – A Scuola per Mare rappresenta un salto di qualità in termini di relazioni, stimoli,  spunti di approfondimento e confronto. Lavorare in rete con realtà amiche, conoscere la Scuola Popolare di Monza, approcciarsi al modello del Family Group Conference, è stato l’inizio di un percorso impegnativo e totalizzante che ha richiesto un grande equilibrio per raggiungere una metodologia condivisa dopo anni di attività autonoma delle associazioni partner. esplorando

Abbiamo dovuto sperimentare su noi stessi cosa realmente significa “essere equipaggio”, quando il ruolo del comandante non può essere messo in discussione, quando per il bene del gruppo è necessario fare un passo indietro e abbiamo toccato con mano la difficoltà di essere sempre coerenti con tutto questo. Nella fase conclusiva il modulo primaverile 2023 ci vede alla ricerca dei candidati per la selezione di chi salirà a bordo della Lady Lauren ma è già possibile raccontare, rivedere le tappe, le speranze, le difficoltà, i successi e le frustrazioni inevitabili nel nostro lavoro.

Un progetto nazionale, un periodo di otto mesi da dedicare a un numero ristretto di giovani, alle famiglie, affiancando scuola e  servizi, ci è apparso subito come una grande opportunità per le isole di Ischia e Procida, dove il disagio adolescenziale è acutizzato dall’alternanza della stagione turistica con il letargo del periodo autunnale e invernale. Difficile far comprendere la validità di un’esperienza di vita a bordo, lontani dalle proprie case, per un periodo tanto lungo. È una proposta che destabilizza e preoccupa in primis gli adulti di riferimento nelle istituzioni e nelle famiglie e i nostri ragazzi sono abituati a vedere il mare dalle spiagge o, al massimo, da una barchetta ormeggiata in rada per qualche tuffo.

mod-breve-prim-21Questo ha comportato una enorme difficoltà nel reperire candidature nonostante il successo dei moduli brevi dove la proposta di vita in mare è ridotta a cinque giorni. Abbiamo utilizzato il modulo breve non solo come “assaggio” della nostra proposta educativa ai servizi ma anche come momento di conoscenza dei ragazzi prima di segnalarli al capofila e si è dimostrato estremamente utile anche per mettere in evidenza problematiche profonde che hanno sconsigliato l’inserimento di un ragazzo che sarebbe stato pronto a partire. L’ASL ha chiesto una relazione che ci auguriamo sia servita a fornirgli una assistenza adeguata.

Abbiamo conosciuto, nel vuoto totale del Covid che in Campania ha tenuto le scuole chiuse più a lungo, la frustrazione di non riuscire a coinvolgere M., sedici anni, in un percorso di post navigazione realmente utile. Una situazione difficile in piena dispersione scolastica che ha evidenziato la necessità di corsi alternativi di formazione sull’isola. Abbiamo però anche conosciuto la gioia, perché questa è la parola adatta per descrivere quello che proviamo guardando K., ragazza ora di quasi diciotto anni che, proveniente da un comune montano di Ischia con una segnalazione di evasione scolastica, isolamento sociale e blocchi emotivi che la avevano portata a non camminare più da sola, ora vive pienamente la sua adolescenza. Giunti all’ultimo modulo le candidature tra cui poter selezionare chi è più adatto sono ancora poche ma l’interesse per A Scuola per Mare è arrivato sulla terraferma e la platea degli interlocutori istituzionali si è ampliata.

 

Luisafrancesca Proto, presidente Un Ponte nel vento aps

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Dopo la scuola per mare un Futuro Blu

Porto Torres – Partire con un progetto come A scuola per Mare in piena pandemia è stato come uscire dal porto con mare Forza 7. Sapevamo tutti che stavamo per affrontare una navigazione impegnativa: un progetto che aveva bisogno di una solida rete di relazioni tra i ragazzi, gli operatori in barca, i servizi sociali, le scuole e le famiglie doveva mollare gli ormeggi proprio nel momento in cui tutte le relazioni erano congelate, a meno che non si vogliano considerare relazioni le estenuanti chat a distanza. Le chat non vanno bene per i ragazzi, non vanno bene per gli adulti, non vanno bene per alcuno, soprattutto se le materie che devi trattare sono nuove e se devi misurarti con un’attività mai sperimentata. Nei mesi precedenti all’imbarco, abbiamo lavorato a costruire il team di lavoro, importante è stato il ruolo di Elena Negri, la nostra mentore, e del comandante Gabriele Gaudenzi.

sardegnaLa fase di definizione del programma è stata allo stesso tempo faticosa ed entusiasmante: la partenza del primo modulo post pandemia era prevista per il 14 settembre 2020, avevamo l’estate per la selezione dei ragazzi. Al netto dei problemi pandemici ci siamo scontrati con il divario tra idee e realtà: gli enti che avrebbero dovuto segnalarci i ragazzi non avevano le risorse. A questo si è aggiunta la presa d’atto che il sistema del welfare, servizi sociali, USSM che dovrebbe sostenere i più fragili è molto difforme da regione a regione. Abbiamo dovuto risalire il vento con una fatica improba ma alla fine siamo riusciti a comporre il gruppo. Dalla Sardegna è partito Francesco, che a dispetto del nome santo proprio non era, per i primi cinquanta giorni di navigazione. Mentre Francesco era in navigazione, noi come referenti territoriali lo seguivamo a distanza, per monitorare le reazioni e allo stesso tempo informare i referenti dei servizi sociali e sostenere gli adulti di riferimento, noi di G.P.S. ci siamo trovati a riflettere su una domanda: che cosa fare dopo la fine della navigazione?

sardegna3Dalla nostra avevamo l’esperienza pluridecennale che ci caratterizza, il modello del progetto  Se-Stante, nato per dare un’opportunità di  orientamento e inserimento al lavoro nel settore nautico per giovani in difficoltà. Era, però, evidente che con i ragazzi di A Scuola per Mare il problema era più complicato: c’era da costruire attorno a loro, con un percorso personalizzato, una comunità educante in grado di sostenerli a terra dando loro tutti gli strumenti per decidere del loro futuro. Ragazzi demotivati, spenti dal fallimento scolastico, pericolosamente in bilico sul confine delle devianze. Ci siamo fatti un elenco dei bisogni da soddisfare: estendere la presa in carico dei ragazzi e stargli accanto rispettando la loro unicità e i tempi di ognuno; supporto individualizzato allo studio; attivazione di laboratori di orientamento e valorizzazione delle potenzialità; pianificazione del proprio viaggio di crescita e cambiamento; declinazione del loro piano d’azione per raggiungere l’obiettivo desiderato; individuare corsi di formazione specifici rispetto all’obiettivo desiderato emerso; tirocini di inclusione lavorativa; supporto alla genitorialità (FGC); processo di decision making orientato a valorizzare la capacità della famiglia di affrontare i problemi.

Per rispondere a questi bisogni serviva (e serve) una comunità educante che coinvolgesse tutti: famiglie, scuola, servizi sociali, aziende del territorio. Abbiamo provato a immaginare per Francesco, e per i futuri partecipanti sardi del progetto A Scuola per Mare un Futuro Blu e questo è stato il nome che abbiamo scelto per il progetto territoriale.

Francesco ci ha dato una grossa mano: se mai c’è stato un ragazzo nato per la navigazione e per il mare questo è lui, prima, semplicemente, non lo sapeva. Nei cinquanta giorni di navigazione ha sperimentato la barca, significativo l’incontro durante la settimana integrata, con il Comandante dell’Oloferne  Marco Tibiletti, ha  imparato tantissimo, ha iniziato a vedersi al timone, desideroso di  proseguire su quella rotta. Nel post navigazione è stato fondamentale tracciare la sua rotta al cambiamento e crescita, attivando risposte concrete: corsi di formazione  e accompagnamento alla professionalizzazione. Nell’estate 2021 lo abbiamo fatto imbarcare come marinaio sulla goletta di un’associazione Uvs, la Nave di Carta. Altri due mesi di navigazione attorno all’Italia con l’obbiettivo di imparare abbastanza per prendere la patente nautica. Nel frattempo  studio e lavoro. Spoileriamo il finale: Francesco ora lavora in un cantiere e alterna il lavoro sulle barche con il lavoro in barca come skipper. Ha trovato la sua strada. E noi siamo sempre al suo fianco. Il modello aveva funzionato, quindi a noi di G.P.S restava da consolidare e potenziare la rete sul territorio per preparaci meglio agli imbarchi futuri. Dovevamo, cioè, trovare autofinanziamenti, intercettare tutte le alleanze che potevano permetterci di stare accanto al ragazzo e la famiglia;chiedere fin da subito agli enti invianti un contributo specifico oltre la retta prevista per ogni singolo ragazzo per la navigazione imputata ai Tetragonauti; individuare una dote economica per ogni ragazzo che aderiva ad ASPM, per garantire di  accompagnarlo oltre l’orientamento; e reclutare volontari. Anche abbiamo dovuto fare un piano di navigazione e crescere.

Al secondo modulo, quello dell’anno 2021/2022 siamo arrivati più preparati e con le idee più chiare: la navigazione era il laboratorio emozionale, motivazionale e educativo, ma se non ci fosse stato un approdo strutturato tutto lo sforzo sarebbe stato vano. Al nostro fianco per costruire un Futuro Blu per i ragazzi sardi ora c’è che e tutta la rete che supporta G.P.S.: la Fondazione di Sardegna, la Comunità educante pubblica e privata, che hanno  riconosciuto, l’importanza di investire altre risorse per i ragazzi in carico a G.P.S. che hanno aderito al Progetto A Scuola per Mare. Qualche dato,: ad oggi dal Nord Sardegna hanno aderito al progetto 7 ragazzi su 5 moduli, tutti attualmente ancora in carico a G.P.S. e seguiti nel loro percorso di crescita e formativo, eccetto uno che, purtroppo, con provvedimento giudiziario è stato sbarcato durante il modulo primaverile 2021.

Alessandrina De Vita, presidente G.P.S. aps

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Alla scoperta del mare interiore

Frascati – La Arcobaleno Cooperativa Sociale Tuscolana di Solidarietà di Frascati (RM) entra a far parte del progetto a Scuola per Mare nel 2020. Dall’autunno 2020 all’autunno 2022 ha condotto cinque giovani, nello specifico due ragazzi e tre ragazze, sulle vie del mar Mediterraneo a bordo della Lady Lauren in un progetto di crescita e di consapevolezza.

image0-1I ragazzi provenivano sia dal circuito penale sia dal canale del Servizio Sociale, ma l’abbandono scolastico, la povertà educativa e la tossicità delle relazioni si evidenziavano come caratteristiche comuni e trasversali. L’esperienza della navigazione a vela, in un gruppo misto di pari ha sin da subito mostrato la sua efficacia e la sua valenza trasformativa.

I ragazzi hanno acquisito nuovi strumenti necessari per trasformare la gestione dei loro comportamenti “nocivi”, verso se stessi e verso gli altri. Sono stati di fondamentale importanza i mesi di pre e di post navigazione.

Gli educatori hanno seguito individualmente i ragazzi per supportarli e sostenerli nel pre partenza, aiutandoli a trovare sinceramente le motivazioni intrinseche al temporaneo allontanamento dalla loro zona di comfort e nell’individuare le figure di riferimento che li avrebbero supportati in questa esperienza.

Durante la navigazione, gli educatori svolgevano poi un lavoro con le figure di riferimento scelte, per far sì che al loro ritorno i ragazzi trovassero un ambiente confortevole e adatto al sostegno emotivo e di crescita.

Allo sbarco, gli educatori iniziavano con i ragazzi la fase di post navigazione, tre mesi di restituzione del senso del viaggio e di programmazione di scelte future pratiche, come l’inizio di un tirocinio, la ricerca di un lavoro e lo studio per la patente.

Tutti i ragazzi hanno mostrato una grande interesse e un’apertura verso il futuro, nuova e sana. image2-1

Solo una ragazza non ha completato tutti i giorni previsti dall’esperienza di navigazione, scegliendo di scendere prima dello sbarco previsto; ma, nonostante questo, è stato fatto con lei un ottimo lavoro a terra, perché la navigazione continua anche se su rotte diverse. In attesa di partire per l’ultimo modulo primaverile ad aprile 2023, lavoriamo alla ricerca di nuovi candidati naviganti per i quali questo fortunato progetto sia una chiave di svolta per il loro mare interiore.

 

Martina Ciccarelli, coordinatrice Territoriale Lazio A Scuola per Mare

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