Michel Jaouen e il Bel espoir

Michel Jaouen (1920 – 2016), gesuita francese, diventò noto come «le curé des mers », il parroco dei mari. Nato a Ouessant, isola della Bretagna, in una famiglia molto numerosa, dopo essere stato ordinato sacerdote diventa cappellano del carcere di Fresnes. Convinto che le prigione non possa essere un strumento di rieducazione per i giovani deliquenti, fonda un’associazione AJD, Aumônerie de la Jeunesse Délinquante, per l’assistenza ai giovani usciti dal carcere. La prima sede è a Pen-Enez, Landéda, Finistère, su una duna che affaccia sulla foce dell’Aber-Wrach. Per costruirla usa baracche recuperate dalla macerie di Brest. Agli inizi degli anni Settanta recupera una goletta di 29 metri costruita nel 1944, la ribattezza Bel Espoir e parte per un prima navigazione con un gruppo di giovani tossicodipendenti. Durante la crociera succede di tutto ma l’idea ha messo radici: altre crociere seguiranno e Jouen farà migliaia di miglia, mai in solitario. È stato pioniere delle navigazioni “miste”, giovani con e senza disagi sociali; ha usato i cantieri navali come palestra. Il suo motto è stato Démerdez-vous pour être heureux! Traduzione: preoccupatevi di essere felici. L’associazione fondata da padre Jouen oggi si chiama AJD.

Giulia Civita Franceschi e la nave asilo Caracciolo

1913 – Giulia Civita Franceschi (1870-1957) prende la direzione della Nave Asilo Francesco Caracciolo, destinata al recupero dell’infanzia abbandonata e avvia un originale sistema educativo per il recupero e l’integrazione di minori a rischio devianza, basato non sui criteri della correzione ma sui principi dell’ educazione, che pone al centro i valori della dignità legata al lavoro, della solidarietà e degli affetti. Il “Sistema Civita” suscita l’attenzione degli studiosi e degli educatori più illuminati dell’epoca. Civita Franceschi, che sarà ricordata negli anni ssuccessivi come «la Montessori del mare» (Maria Montessori ebbe per lei parole di grande apprezzamento), fu estromessa dalla direzione nel 1928 dal regime fascista che inglobò Nave Caracciolo nell’Opera Nazionale Balilla, mettendo fine all’esperimento educativo non repressivo.