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Luca Pancalli: più vela all’interno dei campus di avviamento allo sport paralimpico

olmi-fabrizio-di-maria-davideMentre in tutto il mondo, Italia compresa, cresce il para sailing, ovvero la pratica della vela agonistica per persone con disabilità, e si moltiplicano le attività di navigazione  di vela solidale che portano in mare persone con disabilità di ogni tipo dal Comitato Internazionale Paralimpico arriva la cattiva notizia: la vela sarà esclusa dalle paralimpiadi del 2028 a Los Angeles. Una notizia che ha lasciato l’amaro in bocca a tanti velisti e che sembra segnare uno scollamento tra i cambiamenti in atto nella società e il mondo olimpico. Delle cause e delle conseguenze di questa decisione del ICP abbiamo parlato con Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

D.- Quali sono le conseguenze di questa nuova esclusione nei confronti del parasailing? Rischia di essere disincentivante e frenare l’espansione in atto in Italia o allarga la sfida? Che cosa crede che accadrà?

Pancalli – Sull’argomento, ovviamente, non è possibile fare previsioni ma senza dubbio si possono fare alcune considerazioni nel merito. Non c’è dubbio che l’esclusione del parasailing dal programma dei Giochi paralimpici del 2028 possa togliere a questa affascinante disciplina una vetrina importante. Purtroppo, si tratta della conseguenza di regole internazionali molto stringenti. Il numero complessivo dei partecipanti alle Paralimpiadi è sottoposto a limitazioni e ciò impone delle scelte spesso dolorose. Ciò, però, non deve arrestare la crescita e la diffusione del parasailing il cui valore va oltre la dimensione meramente agonistica.  Questa disciplina, infatti, ha dimostrato di poter dare tantissimo per la diffusione dello sport come strumento di inclusione e integrazione, attraverso il coinvolgimento di persone con disabilità molto diverse fra loro. È in questa direzione che, sono sicuro, bisogna lavorare ed è questa dimensione che potrà dare al parsasailing quell’attenzione e quella partecipazione che merita.

D. Come può il mondo della vela solidale dialogare con quello agonistico?

Pancalli – Come detto, la distinzione fra la dimensione agonistica e quella sociale si va sempre più assottigliando. L’importanza di una medaglia a una Paralimpiade, ormai, assume una rilevanza non solo sportiva ma, soprattutto, sociale. Le atlete e gli atleti paralimpici sono oggi portatori di una visione destinata a cambiare per sempre la percezione della disabilità nel nostro Paese e nel mondo e a promuovere non solo lo sport come diritto fondamentale ma anche il diritto per tutte le persone con disabilità a una cittadinanza piena e in grado di mettere tutti nelle condizioni di poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.

D. Tra le tante motivazioni date all’assenza della vela nelle paralimpiadi vi è la mancanza di uno «scarso seguito internazionale». Quanto è associato questo limite alla difficoltà di mediatizzare la disciplina e quanto allo stereotipo che la vela sia uno sport di élit

Pancalli – Naturalmente ogni criterio può essere messo in discussione. Non sempre, inoltre, i numeri o le statistiche possono darci la portata di un fenomeno o dell’importanza di una realtà sportiva o sociale. In questo caso il criterio non risponde alle potenzialità mediatiche della disciplina. Se fosse stato così, evidentemente, avremmo assistito all’esclusione anche di altre discipline con meno appeal mediatico. In questo caso non si tratta di un criterio unico ma di una decisione che riguarda tanti aspetti, molto tecnici – il numero di praticanti, il gender balance, la diffusione della pratica sportiva a livello internazionale, il limite massimo di atleti ammessi a una Paralimpiade ecc. – e che sarebbe impossibile affrontare in modo esaustivo in poche battute. C’è molto fermento in questo momento storico. In tanti vogliono prendere parte a un evento come le Paralimpiadi che sta cominciando a diventare uno degli appuntamenti più seguiti al mondo.

D. Con l’istituzione del Primo Corso Nazionale di Specializzazione per Istruttori di vela Para Sailing del 2023 tenutosi a Roma negli scorsi mesi e al quale ha partecipato anche il Consigliere Nazionale con delega al Para Sailing, Fabio Colella, si è data dimostrazione dell’importanza di tale disciplina nel contesto nazionale. Crede si possa fare di più per i para velisti italiani e per la disciplina della vela in generale

Pancalli – Non sta me indicare le iniziative da mettere in campo per supportare e promuovere le attività del movimento velistico italiano. Ho avuto, però, modo di apprezzare il grande lavoro svolto dalla Federazione Italiana Vela e dal Presidente Francesco Ettorre nella promozione del settore paralimpico. Sono sicuro che una sempre più stretta sinergia fra la FIV e il CIP potrà dare frutti ancora più rigogliosi nel prossimo futuro.

D – Quali sono le novità in arrivo per il para sailing nel prossimo biennio?

Pancalli – Il mio desiderio è quello di dare un maggiore protagonismo alla vela all’interno dei campus di avviamento allo sport paralimpico che il Comitato Italiano Paralimpico ha attivato la scorsa estate, rivolgendosi ai giovani e giovanissimi con disabilità del nostro Paese. I campus rappresentano uno dei progetti che abbiamo più a cuore. È un’iniziativa che volge lo sguardo al futuro di questo movimento e apre le porte ai sogni delle nuove generazioni che attraverso lo sport possono trovare l’occasione per vivere esperienze uniche e straordinarie occasioni di socialità.

Intervista di Serafina Di Lascio

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