A Scuola per Mare: un viaggio di tre anni contro la dispersione scolastica e la povertà educativa

Nel 2018 la Fondazione Con I Bambini pubblica il bando Un passo avanti per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica. Un’occasione per avviare un progetto innovativo che unisca mare, navigazione, territori e scuola. A lanciare la proposta è I Tetragonauti aps, associazione dell’Unione Italiana Vela Solidale, che ha alle spalle l’esperienza di lunghe navigazioni (100/120 giorni) di tipo comunitario, con educatori a bordo. Da queste esperienze e dalla collaborazione con La Scuola Popolare di Monza e con l’Associazione Il Carro (all’epoca Associazione Antonia Vita) nasce il progetto A Scuola per Mare che ha un obiettivo: garantire il diritto a un’educazione di qualità, equa e inclusiva a minori in difficoltà. Diciotto i partner aderenti tra i quali quattro associazioni dell’Unione Italiana Vela Solidale (GPS, Sardegna; Un Ponte nel Vento, Campania; Eterotopia, Sicilia che nel 2020 viene sostituita dal Centro Koros; la cooperativa Arcobaleno, Lazio). Aderiscono, oltre a Comuni e scuole ed enti del Terzo Settore, anche i Centri di Giustizia Minorile (CGM)  di Lombardia, Sardegna, Lazio e Sicilia, ai quali si unirà a progetto avviato anche il CGM Campania.

image0Il partenariato è eterogeneo e complementare, sia in termini di forme giuridiche, sia per competenze ed esperienze, inoltre molti dei partner sono all’interno di una rete di collaborazioni già attive sui diversi territori. A Scuola per Mare nasce, infatti, per essere parte integrante del welfare locale.

Un progetto di mare e di terra

Il progetto si articola su tre direttrici integrate: i moduli residenziali che propongono una Comunità Educativa Navigante (100 giorni di navigazione nel periodo primaverile e 85 giorni di navigazione nel periodo autunnale); i moduli territoriali della Scuola sperimentale popolare (sei mesi di studio assistito a terra intervallati da venti giorni di navigazione e venti giorni di viaggio via terra), e i moduli brevi (una settimana di navigazione) propedeutici a far conoscere il progetto, all’avvicinamento e alla selezione dei giovani partecipanti. Gli allievi di questa nuova scuola sono adolescenti e giovani adulti, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, di entrambi i sessi – anche del circuito penale minorile – che hanno difficoltà a seguire con profitto i normali cicli di studio e formazione  e hanno bisogno o di un periodo intenso di reinvestimento individuale per reindirizzare il proprio percorso personale ed evitare di entrare a far parte della categoria dei cosiddetti NEET, giovani che non lavorano, non studiano, non sono in formazione.

La Comunità Educativa Navigante

La chiave di volta del progetto è la Comunità Educativa Navigante. Il luogo di accoglienza è la Lady Lauren, l’imbarcazione dei Tetragonauti, che ospita a turno, per navigazioni lunghe, 8 ragazzi e ragazze inviati dai Servizi Sociali territoriali, dagli USSM, dalle scuole e in alcuni casi anche dalle famiglie.20210828_154936

Strumenti, modalità e dispositivi pedagogici caratteristici del progetto sono: il viaggio, la navigazione a vela, la vita a contatto con il mare e la natura in genere come campo di esperienza e di apprendimento attraverso l’esperienza; l’apprendimento come processo sociale, in un contesto partecipativo e di vita comunitaria; l’attività in piccoli gruppi per favorire partecipazione, confronto e mediazione; le relazioni affettive significative e benessere quali basi imprescindibili per l’apprendimento e la crescita; l’attenzione all’attività psicomotoria, l’attività didattica outdoor e in setting informali, l’alternanza e la complementarietà tra la navigazione e l’attività a terra; la valorizzazione delle caratteristiche individuali e della diversità; la durata definita del servizio.

La durata complessiva è di circa  otto mesi; due mesi di pre-navigazione dedicata alla selezione dei ragazzi, agli incontri di conoscenza e di individuazione degli operatori referenti e alla definizione del Progetto Educativo Concordato (PEC); la fase di navigazione vera e propria  con  le attività laboratoriali e i corsi professionalizzanti; la  fase di post-navigazione, della durata di tre mesi, in cui i ragazzi, affiancati dai tutor di riferimento, vengono accompagnati al reinserimento in percorsi formativi o scolastici, di orientamento e di avviamento al lavoro e coinvolti in attività per promuovere lo sviluppo di competenze per l’autoimprenditorialità. Importante in questo percorso anche i periodi di navigazione con equipaggi misti, ragazzi normoattivi e ragazzi con disabilità e gli incontri e le navigazioni con altre realtà della vela solidale come La Nave di Carta e la Fondazione Exodus dell’Elba.

I «porti sicuri» sul territorio

Il  Modulo Sperimentale Territoriale Scuola Popolare è il porto da cui partono e approdano le classi di alunni della scuola primaria di primo grado e del primo biennio delle superiori a rischio dispersione.  Due mesi per la conoscenza dei ragazzi e la definizione del PEC a cui seguono  6 mesi di alternanza scuola-viaggio. I ragazzi sono affiancati, in un rapporto di tutoring (uno a uno) da una equipe di educatori/insegnanti/formatori che li accompagnano nel recupero dei contenuti curriculari e l’elaborazione degli elementi emersi duranti i viaggi. Obiettivo: portare ogni ragazzo o ragazza ad affrontare gli esami di terza media o la fine dell’anno scolastico.

I moduli territoriali sono stati attivati in Lombardia presso l’Associazione il Carro e a Catania presso l’Associazione Centro Koros.

Anche il Modulo breve è stato progettato come porto sul territorio per far conoscere il progetto a enti, scuole, famiglie e avvicinare, con navigazioni brevi, i ragazzi.

 

La rete degli educatori

Lo schema di A Scuola per Mare, con i suoi tre moduli paralleli e, in parte, integrati, ha comportato uno sforzo enorme (ed entusiasmante), per costruire una rete di educatori, formatori, insegnanti in grado di collaborare per costruire attorno ai ragazzi e alle ragazze una rete motivazionale e relazionale. L’equipe dei moduli della Comunità Educativa Navigante è composta da educatori provenienti dalle realtà territoriali delle cinque regioni e dagli educatori di bordo. Nelle fasi pre e post navigazione  il lavoro prevalente è a carico degli educatori territoriali che hanno un ruolo fondamentale nella preparazione alla partenza e, soprattutto, nell’accompagnamento al rientro sul territorio dopo il viaggio. Durante la fase di navigazione il grosso del lavoro con i ragazzi è, invece,  a carico degli educatori di bordo che vivono h24 con i ragazzi e le ragazze. Questa era la proposta iniziale ma come vedremo, molte cose state modificate in corso d’opera.

 

Una partenza di bolina

Andare di bolina significa risalire il vento, per i non naviganti basti sapere che è un’andatura faticosa, molto faticosa. A Scuola per Mare avrebbe dovuto mollare gli ormeggi nella primavera del 2020. Anno nefasto. La pandemia ha fatto saltare la prima navigazione, prevista in primavera, e a cascata tutto ha dovuto essere rimodulato o rinviato di un anno. Il peggio è stato l’impatto della pandemia sui ragazzi e le ragazze: sulle fragilità sociali e personali già in atto si sono abbattute le conseguenze dell’isolamento, della Dad, della rottura dei già precari equilibri. Prima ancora di iniziare si è dovuto riorganizzare tutto. Allora nessuno lo sapeva ma questa continua rimodulazione, o meglio adattamento, per andare incontro a esigenze e bisogni diversi sarebbe diventata una costante del progetto. A conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che quando si lavora con adolescenti fragili non c’è un manuale valido per tutti e per sempre. C’è, piuttosto, un metodo di base che si deve continuamente modificare per adattarlo alla realtà umana che si ha davanti.  Nel corso di questi tre anni, ad esempio, sono state inserite due varianti importanti: la presenza di una psicoterapeuta a bordo e il progetto Back to life.

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La psicologa a bordo e Back to life.

Con il procedere del progetto è emerso con grande evidenza un progressivo aumento del livello di malessere dei minori segnalati dai servizi. Un numero sempre maggiore arrivava a bordo con la prescrizione di terapie a base di psicofarmaci e con significativa propensione all’abuso di sostanze, alcool compreso. Nei criteri di selezione è stata aumentata l’attenzione a questi aspetti ma lo stato di sofferenza individuale così profonda esigeva una risposta specifica.

A partire da momenti informali di sostegno psicologico, si è osservato come la presenza a bordo di una professionista competente fosse una risorsa importante per gli educatori ma soprattutto per i ragazzi. Ogni volta che ne hanno avuto l’opportunità hanno saputo chiedere ed impegnarsi in incontri sempre più strutturati con la psicoterapeuta a bordo. Per questo motivo negli ultimi due moduli, e in quello finale del 2023, è stato definito un calendario delle presenze a bordo di Francesca Andreozzi, psicoterapeuta del Centro Koros, che consentisse di dare continuità e significato al lavoro con i ragazzi.

Anche sull’educazione ambientale è nata l’esigenza di finalizzare le buone pratiche a bordo (riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riduzione dei consumi energetici e di acqua) a una missione. In collaborazione con l’Acquario di Genova e di Livorno è stato inserito nelle attività il progetto  Back to Life – raccogliamo e rigeneriamo. Durante le navigazioni si raccoglie la plastica galleggiante, durante i corsi di immersione quella che giace sul fondo e durante le discese a terra quella sulle spiagge. I rifiuti, una volta tornati in porto, vengono conferiti a chi deve smaltirli. La pulizia dei fondali e delle spiagge è diventata anche l’occasione di attività a terra in collaborazione con partner e amici dei vari territori.

Famiglie e scuole: la continuità della Scuola per Mare

 Una delle preoccupazioni dei promotori del progetto era di evitare che l’esperienza della Scuola per Mare fosse una parentesi, una esperienza non collegata con la continuità della vita dei ragazzi e delle ragazze. Per questo molta attenzione è stata dedicata alle famiglie e alla scuola. A tutti gli operatori coinvolti durante la formazione è stato presentato il  modello della Family Group Conference, un processo relazionale partecipativo per consentire alle famiglie di essere parte del cambiamento. Impostare un lavoro con i genitori e con gli adulti di riferimento dei ragazzi è stata una delle linee guide di tutto il progetto. Solo l’attenzione al sostegno e al coinvolgimento – se possibile – dei genitori o di altre figure significative permette di creare i presupposti affinché il percorso dei ragazzi venga riconosciuto, sostenuto e valorizzato, specialmente dopo il rientro a terra.

Un capitolo a parte è stato il rapporto con le scuole di provenienza. Definire programmi didattici e attività di studio personalizzati, preparare per verifiche e interrogazioni a distanza, dialogare con i referenti di classe, esplorare attitudini, competenze, interessi dei ragazzi e costruire collegamenti con percorsi di formazione; ricercare possibili ambiti di formazione da intraprendere al rientro sul territorio; trovare nuove scuole o contesti formativi per preparare l’inserimento al termine della navigazione: tutte queste azioni sono state messe in atto, per ciascun ragazzo o ragazza, per consentire loro di proseguire con successo i loro percorsi scolastici o formativi inceppati o, peggio, interrotti.corso-blsd

La domanda finale è: quanto ha funzionato tutto questo lavoro?

La valutazione dei risultati

Complessivamente hanno finora “frequentato” la Scuola per Mare 125 ragazzi, 66 adolescenti con disabilità nei moduli di navigazione integrata. Nel 2023 il progetto a Scuola per Mare si concluderà. La valutazione d’impatto sarà condotta dall’Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali (Laboratorio FOIST per le Politiche Sociali e i Processi Formativi). Qualche idea dei risultati è già in questi numeri: il 75% dei partecipanti ai viaggi della Comunità Educativa Navigante  ha portato a termine il viaggio; circa l’85% dei ragazzi in messa alla prova ha superato la misura; circa il 90% ha ripreso o continua un percorso di formazione (dalla formazione professionale all’università).

A questi numeri, ancora parziali, va aggiunto un valore che è difficile quantificare e circoscrivere in un perimetro: la rete di collaborazioni sorta attorno al progetto che ha visto agire professionisti, educatori, istruttori, marinai, insegnanti. Competenze diverse, spesso punti di vista diversi che hanno contribuito ad arricchire la Scuola per Mare e a renderla un modello sperimentale che può essere ripetibile per rispondere a una percentuale che dovrebbe preoccupare ogni cittadino: 13%. È questa la percentuale della dispersione scolastica nel nostro Paese dove vive 1 milione e 300 mila minori in povertà economica ed educativa.

Gabriele Gaudenzi, presidente I Tetragonauti aps

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