Una regata per vincere il disagio. Il diario

Io sono cittadino del più bel paese del mondo. Un paese con leggi dure ma semplici, che non inganna, immenso e senza frontiere, dove la vita è il presente. In questo paese senza limiti, in questo paese di vento, di luce e di pace non c’è che un solo capo: il Mare.
Bernard Moitessier.

Una Regata per vincere il disagio II edizione”

Relazione finale:

E’ il titolo del progetto di riabilitazione attraverso la navigazione a vela a cura dell’Associazione di Promozione Sociale VelaKi well being sailing, affiliata all’Unione Italiana Vela Solidale al CONI- UISP Comitato Provinciale di Bari, Lega vela UISP Puglia, in collaborazione con i Centri di Salute Mentale ASLBA area 4/5.

Tutto il progetto riabilitativo si è svolto a bordo dell’eco boat Voreas VelaKi sun odyssey 45.1, imbarcazione a uso professionale con licenza, con tutte le dotazioni di sicurezza richieste dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) battente bandiera greca della Yachting service g.r. Impianto fotovoltaico ed eolico, con miscelatore con filtro per acqua potabile, abolendo le bottiglie di plastica a bordo. Con sartiame rinnovato e vele North Sail 2011, con la supervisione e il monitoraggio di uno skipper professionista con esperienza trentennale con percorsi socio-educativi, capace di gestire a bordo un gruppo di persone che vivono un particolare disagio, coadiuvato da uno psichiatra e da due educatori professionali.

Il percorso riabilitativo e stato realizzato in 4 mesi, alla conclusione è stato possibile a partecipare alla 9° edizione della regata internazionale EST105 Bari Herceg Novi organizzato dal Centro Universitario Sportivo di Bari, con la partenza avvenuta il 30 aprile, con il Patrocinio sportivo del CONI/ FIV/ Circolo della Vela Bari.

Il percorso socio riabilitativo ha rispettato due fasi, una teorica e una pratica.

La Prima fase dedicata alla teorica è stata vissuta a bordo dell’imbarcazione a vela Voreas VelaKi. La scelta di vivere il percorso a bordo ha sempre avuto un obiettivo ben preciso: quello di creare sempre un filo conduttore fra l’insegnamento teorico supportato dal materiale didattico, e la verifica immediata con le attrezzature di bordo.

In questa fase sono state elencate e studiate tutte le attrezzature che costituiscono un’imbarcazione a vela dallo scafo all’albero, dal sartiame alle manovre fisse e correnti, alle varie tipologie di vele, al motore, alla rosa dei venti, alla bussola, alle varie andature veliche (di Bolina, di traverso, di gran lasco, di poppa), ai nodi marinai principali, ad alcuni elementi di meteorologia.

La seconda fase dedicata alla pratica svolta in mare aperto navigando a vela nelle acque antistanti le coste di Monopoli, Polignano a mare e Bari. Questa parte del percorso è sicuramente la parte più importante. Abbiamo vissuto dal vivo quello che precedentemente è stato affrontato nella teoria.

I partecipanti hanno imparato a governare un’imbarcazione,. Abbiamo navigato con pochissimo vento e con venti più freschi, abbiamo condiviso insieme cosa significa navigare in un periodo invernale e di inizio primavera, in piccoli e lunghi tratti. Abbiamo vissuto e condiviso il mangiare e il dormire, scoprendo come si possa vivere insieme in otto persone in una barca di 14 metri.

La navigazione a vela rimane il cardine principale di tutto il percorso riabilitativo, tutta questa esperienza ci porta spontaneamente a considerare questo percorso un “ Progetto di vela solidale”

E’ sorprendente l’annullamento del disagio. La natura e il mare diventano i veri protagonisti, in quel momento il contenuto riabilitativo entra in funzione regalandoci un riequilibrio psico-fisico spontaneo. L’ambiente della barca si presta in modo esemplare a realizzare un clima collaborativo e partecipativo, dove ognuno può rapidamente riconoscere le proprie inclinazioni e realizzarle nel suo specifico ruolo. In particolare, il fine ultimo di questa esperienza è la maturazione, dal punto di vista psicologico e sociale dell’individuo, che potrà tradursi in una nuova apertura verso gli altri nell’aver imparato a prendere decisioni in momenti critici, nel sapersi mettere in gioco senza pregiudizi e senza remore, sapendo di avere un proprio ruolo all’interno della società.

Gli scopi riabilitativi

Gli aspetti riabilitativi più evidenti notati nella esperienza finora vissuta in questi ultimi tre anni sono:

  • Il cambiamento di stato, cioè un ambiente con nuovi stimoli sensoriali, il vento, il silenzio, il costante riequilibrio del corpo, le esperienze emotive e personali che trascendono le parole e popolano lo spazio vuoto dei pensieri.

  • Le dinamiche di gruppo: le scelte, i rifiuti, la cooperazione che va al di là di una generica socializzazione ma diventa qualcosa che si avvicina alla psicoterapia senza la coazione della seduta clinica.

  • La riabilitazione: la conoscenza del proprio corpo e del proprio equilibrio; la possibilità di compiere movimenti e gesti dimenticati.

  • L’autonomia: la possibilità di essere partecipi al comando di una grossa imbarcazione.

Il progetto “Una Regata per vincere il disagio nelle tre edizioni”, si è potuto realizzare grazie alla volontà e dalla fiducia di tutto lo staff medico del ASLBA Centri di Salute Mentale area 4 , , riuscendo a riconoscere gli utenti capaci di poter vivere questo percorso, aiutandoli nei momenti più delicati a superare quelle inevitabili difficoltà durante il percorso riabilitativo.

Dal diario di Bordo della Terza edizione“Una Regata per vincere il disagio”

Regata internazionale EST105 Bari Herceg Novi (Montenegro) del 30 aprile 2014.

Ore 13.00, pronti sulla line di partenza, a bordo 5 ragazzi e uno psichiatra, il mio co skipper.

Il momento della partenza di una regata d’altura assume sempre un sapore particolare, silenzio assoluto per ascoltare quello che viene trasmesso dalla giuria, ma…soprattutto per percepire che tempo ci aspetterà. Siamo a fine aprile, attraverseremo l’adriatico da una sponda a un’altra, il tempo non sarà bello, ci aspetta un buon vento di scirocco e, forse tanta acqua durante la notte.

IL Via… siamo partiti!

Si regolano le vele, in un attimo tutte le ansie di dissolvono, ritorna negl’occhi dei miei amici maggiore tranquillità. Mi guardano, mi scrutano, sono attenti a ogni mio sguardo, ma soprattutto attenti se dai miei occhi traspare un’emozione che può suscitare fiducia o ansia! Il Voreas Velaki inizia a inghiottire miglia su miglia, il tramonto si avvicina, e siamo tutti immersi in una irreale atmosfera fatta di solo mare e cielo. In questi momenti mi ritorna in mente quello che stiamo regalando a chi è considerato più debole, ragazzi forse eccessivamente sensibili e demotivati. Ricordo sempre le parole di chi lavora da tempo accanto a utenti psichiatrici, che mi hanno sempre sottolineato che per queste persone solo il fatto di uscire di casa è un atto eroico…e ora sono al centro dell’adriatico…a vela…soli insieme al tutto al niente! La notte scorre con i turni al timone, arriva qualche groppo di vento, acqua, un nero profondo, illuminato solo dallo schermo del GPS, fa freddo e umido…ma si cavalca a buon braccio con un’onda che ci accompagna, che si sente ma non si vede. Le prime luci di un’alba prossima ci riscalda il cuore, la luce ci rasserena…la luce ha un suono, tutti insieme ci ritroviamo nel quadrato esterno della barca a guardare fissi su quelle montagne che ci parlano e ci comunicano che siamo vicini all’altra sponda, il Montenegro…le Bocche di Cattaro ci aspettano, il traguardo si avvicina! Entriamo, si gioca con il vento che gira fra le montagne, l’arrivo scompare, una nuvola bassa scura ci dona il benvenuto, la pioggia scende veloce, si calma tutto…cerchiamo il vento, preghiamo di aiutarci, ci siamo…a farfalla avanziamo, si intravede la boa gialla…la barca avanza…scivola felice di donarci l’arrivo… una felice famiglia di delfini ci dona l’Emozione più intensa…! Ore 7.30 abbiamo tagliato il traguardo. Abbiamo vinto, per il terzo anno, è stata l’edizione più dura. Una regata per vincere il disagio è un titolo provocatorio, vincere sicuramente non dalla prospettiva sportiva, ma da quella del disagio, e su questo è Vittoria Pura!

Il mio sogno si è realizzato grazie a chi ha creduto nella possibilità di dare una mano a chi non può più sognare! Prendendo il largo e issando le bianche vele nel blu, ho letto negli occhi di chi ha avuto il coraggio di andare oltre i propri limiti, il desiderio di ricominciare a sognare! Sono io a dover ringraziare i miei cari Amici che hanno formato l’equipaggio di “Una Regata per Vincere il Disagio” a Michele, Giuseppe, Sante, Lorenzo, Giuseppe detto il taleban, a Roberto Valente medico straordinario, a Gianni Storelli co skipper che ci ha donato la sua spontanea allegria di un ragazzo di 65anni !

Buon vento a tutti……!

Ps. Il ritorno…20 ore di mare contro, più volte alla cappa…ma felici…felici di solo vivere!

Il Team di Velaki CSM area4/5

Skipper: Ubaldo Fabrizio Cillo

maggio 2014