Così la velaterapia è diventata la mia tesi di laurea

Nella mia vita navigando dall’Alpa Skip a un Canados 44’ ho visto molti porti, molte opportunità. Non le ho colte subito tutte, alcune le ho solo viste mai pensando che le avrei raggiunte in seguito. Mi riferisco alla decisone, all’alba dei cinquanta anni, di studiare all’Università Statale di Teramo per conseguire la Laurea in Scienze della Comunicazione per l’Azienda e per il Commercio. È stata una naturale evoluzione dopo una carriera di trenta anni di lavoro che mi ha vista prima rappresentante di articoli nautici, poi sales manager di due accreditate organizzazioni del settore. Dopo tanti anni di strategia aziendale, operata istintivamente sul campo, ho capito che se avessi studiato prima, avrei forse avuto più facilità nel lavoro.francesca-barca

In realtà dico forse perché, sinceramente, mi chiedo quanto un ventenne possa apprezzare e comprendere, per esempio, la Piramide dello psicologo Maslow che ci porta ad analizzare il valore dei cinque bisogni di un essere umano: dal primo bisogno tipicamente fisiologico, al bisogno di autorealizzazione. Ma questo è solo un esempio. Ecco che mi sono resa conto, invece, di quanto sia più facile studiare a questa età, con la maturità, quando si è imparato a dare il giusto peso alle cose, quando si ha una maggiore esperienza di vita e del lavoro, quando abbiamo l’illusione di poter domare il tempo.  Ricordiamo che a vent’anni correvamo sempre, era fondamentale fare tardi-tardissimo la sera certi che il giorno dopo saremmo stati al top. Confermo però che studiare per laurearsi ora, mi ha fatto incontrare difficoltà di concentrazione, probabilmente anche per la mancanza di abitudine. Ma, citando il film cult Frankestein Junior, dico che  SI PUO’ FARE!

francesca-disabileQuello che, però, non sono riuscita a fare è stata la Tesi conclusiva su uno dei temi tipici di economia, numeri, aziende, profitti, bilanci. Tutte cose già già ingoiate e digerite. Man mano che passavano i mesi, prendeva sempre più corpo la certezza che avrei elaborato la Tesi sul Volontariato, su organizzazioni no profit del terzo settore per la produzione di welfare. Ho capito che questo è il campo che mi dà più soddisfazioni personali, lontano dal reddito ma vicino all’appagamento personale. Nell’elaborato ho voluto raccontare che da tanti anni con l’Associazione Amici della Darsena Romana di Civitavecchia vivo quasi tutti i giorni l’evoluzione delle decine di progetti mirati all’inclusione sociale tramite la sailing therapy, che dobbiamo imparare a chiamare velaterapia, senza sentirci criticati.

È stato provato come sia risolutiva la costanza di incontri in un setting accogliente come la barca. Come sia costruttivo fare equipaggio riproducendo in miniatura le regole base del vivere in società. Quanto un ragazzo possa prendere sicurezza in sé stesso dopo un’esperienza di vela da vivere, da raccontare agli altri. Ho visto in prima persona la presa di coscienza di un ragazzo della comunità di recupero dalla tossicodipendenza Il Ponte. Ha dichiarato apertamente che prendersi cura settimanalmente di un coetaneo con ritardo cognitivo, gli aveva ridato uno scopo, una gioia, un riconoscimento. Ignorava che nella sua vita avrebbe potuto essere di aiuto a qualcuno. Questo è un chiaro esempio di come un’opportunità possa favorire entrambe le parti, è molto più del tipico win win delle trattative relazionali commerciali. Qui si tratta di un guadagno per tutta la vita. Molte persone non sanno neanche quanto possano crescere e stare bene se si aprono agli altri con empatia e disponibilità. Sono delle opportunità che ritengo si debbano offrire senza forzare.francesca-barca-2

Per me è stato naturale scegliere di occuparmi di questo settore nel tempo libero, ho avuto la doppia fortuna di incontrare sul mare l’uomo che ho sposato (è uno dei soci fondatori del Circolo Nautico Civitavecchia in cui l’associazione opera). Poi è stata una decisione naturale comprare la barca insieme, ormeggiarla qui. Ma  la vera sorpresa per me è stata che all’ormeggio non c’è quasi mai: dalla darsena un consistente manipolo di marinai, tutti i giorni si alternano per dare spazio, luce, energia ai ragazzi-uomini di domani. Si rendono disponibili per alleggerire le famiglie impegnando costantemente i figli la cui disabilità sembra scomparire nella sua naturalezza.

Francesca Romana Tucci

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